In conversazione con Luigi Bussolati

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Curato da Roberta Orio, “Murano in Focus” è un progetto espositivo che documenta attraverso un fermo immagine fotografico – un tempo chiamato reportage, fotografia industriale, still-life – l’identità di Murano oggi attraverso le immagini che “l’isola del vetro” è capace di provocare.

 

Æ – Assieme a Roberta Orio e Massimo Gardone, sei stato chiamato per interpretare l’identità di Murano, nel tuo caso attraverso la fotografia industriale. Come ti sei approcciato a questo progetto corale?

LB – Ho accettato questo progetto con entusiasmo, contento di far dialogare il mio lavoro con quello di Orio e Gardone, autori che apprezzo e stimo. La diversità dei linguaggi proposti credo sia una scelta curatoriale che arricchisce l’interpretazione di questo territorio ed aumenta il coinvolgimento nella mostra.

La diversità dei linguaggi proposti credo sia una scelta curatoriale che arricchisce l’interpretazione di questo territorio ed aumenta il coinvolgimento nella mostra.

 

ph. Roberta Orio

 

Æ – Ambienti metallici, meccanici, ma tutt’altro che freddi e che sappiamo essere abitati da esseri umani anche se non ne scorgiamo traccia fisica se non attraverso gli oggetti che caratterizzano il loro lavoro. Com’è iniziato il tuo processo fotografico Cos’hai provato non appena hai messo piede in fornace? La prima sensazione che ricordi, la prima immagine, la prima parola, il primo suono, il primo odore?

LB – Re-illuminando gli spazi che fotografo cerco sempre di evocare la presenza umana attraverso le sue creazioni e le sue tracce, in queste atmosfere senza tempo mi sembra che l’ambiente si popoli di tutte le persone che sono passate negl’anni in questo luogo e che lo hanno impresso della loro energia.
Entrando in questi spazi mi ha colpito subito il contrasto tra l’imponenza, la durezza, la solidità dei macchinari, rispetto alla fragile bellezza dei manufatti che vengono prodotti. Mi ha fatto pensare alla congiunzione degli opposti nella pratica alchemica.

Entrando in questi spazi mi ha colpito subito il contrasto tra l’imponenza, la durezza, la solidità dei macchinari, rispetto alla fragile bellezza dei manufatti che vengono prodotti. Mi ha fatto pensare alla congiunzione degli opposti nella pratica alchemica.

 

ph. Valentina Cunja

 

Æ – Sette le immagini scelte a documentare il tuo passaggio nelle fornaci muranesi – in esposizione vediamo la rappresentativa gigantografia, le restanti cinque in fila, più una. Qual’è il pensiero dietro questa scelta?

LB – Il percorso si apre con una grande immagine di una prospettiva che conduce ad una soglia, una porta apparentemente chiusa che si apre, per chi sa vedere, verso un viatico d’esplorazione in spazi che sembrano non appartenere ad un tempo definito. Poi l’immediato incontro con la potenza vivificante e al contempo distruttiva dell’elemento dominante, il fuoco, che trasforma l’inconsistenza di una materia come la polvere in creazioni così straordinarie.

Poi l’immediato incontro con la potenza vivificante e al contempo distruttiva dell’elemento dominante, il fuoco, che trasforma l’inconsistenza di una materia come la polvere in creazioni così straordinarie.

 

ph. Roberta Orio

 

Æ – Pensi questa mostra abbia effettivamente riportato il Focus su Murano?

LB – Penso che anche con questa mostra Murano dimostri di essere un isola sempre viva, capace di suscitare e nutrirsi di nuova creatività e nuove visioni.

 

ph. Roberta Orio

 

Æ – Infine, non possiamo rimanere indifferenti difronte al premio ricevuto da Sony World Photography Awardquali sono le sensazioni a riguardo? Cosa comporta un riconoscimento simile in termini di amplificazione della visibilità, ma soprattutto qual’è il valore di simili premi per potenziare il lavoro di fotografi?

LB –  E’ stato un riconoscimento importante, ricevuto per un progetto molto personale dedicato alla mia storia famigliare ed alla mia terra d’origine: “Ampelio and i”, e questo mi da doppiamente gioia. Il vero premio di questo riconoscimento, oltre a legittimare un impegno di qualche decennio è quello di poter condividere con un pubblico così vasto una propria visione delle cose.

Æ – A tal proposito, si possono svelare alcuni progetti per il futuro?

LB – Diversi progetti in corso dei quali vi aggiornerò presto, nel frattempo, a seguire Murano in Focus, vi segnalo una mostra personale alla Fondazione AEM di Milano dal 16 settembre. Vi aspetto!

 

 

Murano in Focus

 

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Curated by Roberta Orio, “Murano in Focus” is an exhibition project that documents through still photographic images – previously known as reportage, industrial photography, still-life – the identity of Murano today through the images that “the island of glass” is able to provoke.

 

Æ – Together with Roberta Orio and Massimo Gardone, you were called to interpret the identity of Murano, in your case through industrial photography.  How did you approach this group project?

LB – I accepted this project with enthusiasm, happy to put my work into dialogue with that of Orio and Gardone, creators I appreciate and respect. I believe the diversity of images on offer is a curatorial choice that enriches the interpretation of the area and increases involvement in the exhibition.  

I believe the diversity of images on offer is a curatorial choice that enriches the interpretation of the area and increases involvement in the exhibition.

 

ph. Roberta Orio

 

Æ – Metallic, mechanical environments, although anything but cold; and we know they are inhabited by human beings even if we don’t see a physical trace of them except through the objects that typify their work.How did your photographic process begin?How did you feel as soon as you set foot in the furnace? What’s the first sensation you remember, the first image, the first word, the first sound, the first smell?

LB –Re-illuminating the spaces I photograph, I always try to evoke the human presence through their creations and traces; in these timeless atmospheres it seems to me that the environment is populated by all the people who have spent years in this place and who have impressed their energy upon it. Entering these spaces, I was immediately struck by the contrast between the grandeur, the hardness, the solidity of the machinery, compared to the fragile beauty of the artefacts that are produced. It made me think of the conjunction of opposites in the practice of alchemy.

Entering these spaces, I was immediately struck by the contrast between the grandeur, the hardness, the solidity of the machinery, compared to the fragile beauty of the artefacts that are produced. It made me think of the conjunction of opposites in the practice of alchemy.

 

ph. Valentina Cunja

 

Æ – Seven images chosen to document your passage in the Murano furnaces – on display we see the representative blow-up, and the remaining five in a row, plus one more. What is the thinking behind this choice?

LB –The route opens with a large image of a perspective leading to a threshold, an apparently closed door that opens, for those who know how to see, towards a journey of exploration in spaces that seem not to belong to any defined time. Then the immediate encounter with the life-giving and at the same time destructive power of the dominant element, fire, which transforms the inconsistency of a raw material resembling dust into such extraordinary creations.   

Then the immediate encounter with the life-giving and at the same time destructive power of the dominant element, fire, which transforms the inconsistency of a raw material resembling dust into such extraordinary creations.

 

ph. Roberta Orio

 

Æ – Do you think this exhibition has actually brought the Focus back to Murano? If so, how? What did the island of Murano give to you, apart from the creation of the photographic images for display? 

LB – I think that even through this exhibition Murano proves to be an ever-living island, able to arouse and feed on new creativity and new visions.  

 

ph. Roberta Orio

 

Æ – Finally, we cannot ignore your prize of the Sony World Photography Award what are your feelings about it? What are the implications of such recognition in terms of boosting visibility, but above all what is the value of similar awards in enhancing the work of photographers?

LB – It was an important recognition, received for a very personal project dedicated to my family history and my homeland: “Ampelio and i”, and this gives me twice as much joy. The real prize of this recognition, in addition to legitimizing a commitment which has existed for decades, is to be able to share one’s own vision of things with such a vast audience. 

Æ – In this regard, can you reveal any plans for the future? 

LB – Several ongoing projects which I’ll update you on soon; in the meantime, to follow Murano in Focus, I would like to mention a personal exhibition at the AEM Foundation in Milan from 16 September. I look forward to seeing you there.

 

Murano in Focus