L’ART DE LA TABLE
di Virginie
Æ — Il confinamento ha avuto un riflesso sul tuo lavoro?
VB — Il confinamento mi ha lasciato perplessa … una tregua … difficilmente oso parlare di pausa visto il contesto tragico per il mondo intero. Vivo nella regione di Parigi e stiamo a casa, con un grande giardino, tutti insieme. Una possibilità in questo dramma. La consapevolezza di essere fortunati e di prendersi il tempo per pensare, per far nascere le idee con più calma
… uno strano miscuglio di ansia e pausa …
Æ — Su cosa stai lavorando ora?
VB — Attualmente sto lavorando in due direzioni parallele. Da un lato, il mio lavoro dedicato al mondo della gastronomia, piatti, portacandele, piatti di presentazione, dall’altro lato un lavoro di riflessione, più libero e senza costrizioni sul tema della leggerezza e del contrasto tra la materia prima e la fragilità di questo materiale. Questo aspetto, più creativo, mi permette di liberare l’immaginazione, un elemento che traspare anche nel mio lavoro per la gastronomia.
Æ — Spesso hai lavorato con il mondo dell’alta ristorazione. Lavorare su commissione può essere uno stimolo o un limite. Nel tuo caso?
VB — All’inizio i vincoli mi ispiravano … le cavità per le salse, i diametri minimi o massimi, le altezze e gli spessori. Ho composto e trovato idee anche in funzione dei vincoli. Il piatto fungo nasce così, c’era bisogno di un incavo per mettere la ricetta e l’ingrediente principale era il fungo … ho pensato a un fungo di Parigi capovolto.
Adesso, le idee vengono principalmente dal mio lavoro personale, gli chef vengono a visitare il mio atelier e così adattiamo le creazioni ai vincoli… ho più libertà.
All’inizio i vincoli mi ispiravano … le cavità per le salse, i diametri minimi o massimi, le altezze e gli spessori… Adesso, le idee vengono principalmente dal mio lavoro personale
Æ — Prima di realizzare i pezzi, crei dei bozzetti, dei disegni?
VB — Faccio pochi disegni, spesso le idee vengono mentre creo. Certo, parto da un’idea iniziale e spesso lavorare la terracotta mi porta ad una consistenza diversa. Realizzo facendo … la sorpresa può venire anche dalla cottura o dalla smaltatura.
Æ — Un maestro ceramista al quale ritorni per trarre ispirazione? Nel presente e/o nel passato?
VB — Nessun maestro ceramista in particolare, vengo dalla pubblicità e i miei 6 anni di storia dell’arte (durante gli studi) mi hanno permesso di vedere la Bellezza ovunque. Sono ispirata da tutto ciò che è bello. Scultura, pittura, foto, natura … rimango stupito da Soulages, Casenove, ma anche Bachelot e Caron, dall’arte giapponese, dai paesaggi … e anche dai dettagli delle piante, le loro radici, la luce che si evolve in un giorno … tutto.
Æ — Ultimo ma non meno importante, da dove viene il nome olga.etc?
VB — Viene dalla nonna italiana, Olga. Era di Civile del Friuli.
***
Virginie’s ART DE LA TABLE
Æ — Has the lockdown affected your work?
VB —The lockdown has left me perplexed, a truce. I hardly dare to speak of a pause given the tragic context for the whole world. I live in the Paris region and we stay at home, with a large garden, all together. An opportunity in this drama. The awareness of being lucky and to take the time to think, to have ideas more calmly
… a strange mixture of anxiety and respite …
Æ — What are you working on now?
VB — I am currently working in two parallel directions. On the one hand, my creations dedicated to the world of gastronomy, dishes, candle holders, food presentation dishes … And on the other hand, a work of reflection, freer and without instructions on the theme of lightness and contrast between the raw material and the fragility that can be obtained from it. This more creative work allows me to free my imagination. It also shines through in my creative work for gastronomy.
Æ — You have often worked with the world of haute cuisine. Working on commission can be a stimulus or a limitation. In your case?
VB — At the beginning the constraints inspired me. The hollows for the sauces, the minimum or maximum diameters, the heights or the thicknesses … I created and I also came upon ideas by working around the constraints. The mushroom plate was born like this, there was a need for a recess to put the recipe in and the main ingredient was the mushroom. I thought of an inverted Paris mushroom.
Now, the ideas come mainly from my personal work, the chefs come to visit my atelier and we adapt the creations to the constraints. I have more freedom.
At the beginning the constraints inspired me. The hollows for the sauces, the minimum or maximum diameters, the heights or the thicknesses … Now, the ideas come mainly from my personal work
Æ — Before making the pieces, do you sketch, draw?
VB — I make few drawings, ideas often come while I create. Of course, I start from an initial idea and often working on the earthenware leads me to a different consistency. I create something by doing … the surprise can also come from firing or enamelling.
Æ — A master ceramist that inspires you? Present and / or past?
VB — No master ceramist in particular, I come from advertising and my 6 years of art history (during my studies) allowed me to see Beauty everywhere. I’m inspired by everything that is beautiful. Sculpture, painting, photos, nature … I am amazed by Soulages, Casenove, but also Bachelot and Caron, Japanese art, landscapes … and also the details of plants, their roots, the light that evolves in one day… everything.
Æ — Last but not least, where the name olga.etc come from?
VB — It comes from my Italian grandmother, Olga. She was from Civile del Friuli.
olga.etc