CREAttivo, un progetto tra arte e impresa per nuovi scenari musivi. In conversazione con la curatrice Sabrina Zannier, professionista instancabile alla ricerca costante di nuovi linguaggi creativi e nuove modalità di fruizione del contemporaneo nella sua accezione più ampia.

Æ — Come è nato il progetto CREAttivo?

SZ — L’interesse e l’impegno verso nuovi orizzonti nella relazione fra arte e impresa risalgono al 2009, quando nell’ambito del Festival Maravee ho inserito una mostra intitolata per l’appunto “Arte/Impresa/Territorio”. Nelle ampie sale del Castello di Colloredo di Monte Albano inscenava la condivisione progettuale fra l’arte e le aziende come un’importante via d’innovazione culturale, sociale ed economica. L’allestimento presentava per ogni azienda la collaborazione di uno o più artisti e designers, esplicata attraverso la produzione di oggetti, video o fotografie: Illy con Adam Kalkin; Molteni & C con Anna Galiena; Moroso con Michael Lin e Alessandro Paderni; Anna Rachele con Olivo Barbieri, Moreno Gentili e Massimo Vitali; Snaidero con Comuzzi, Pininfarina, Gae Aulenti, Mangiarotti..; Valcucine con Gabriele Centazzo, Enrico Zanetti, Umberto Giolli…

Con Sinetica Industries ho poi sviluppato il successivo esempio di un progetto – “Sinetica for Art” – che ha visto un’azienda come promotrice culturale in qualità non di mero sponsor bensì di produttore d’idee ed eventi legati alla sua filosofia, in tal caso votata a uno sguardo aperto sul mondo. Abbiamo prodotto due volumi dei fotografi Olivo Barbieri e Malik Sidibé editi nella Collana di Fotografia dell’editore SKIRA. Per Barbieri una mostra e per Sidibé un prestigioso evento alla Fondazione Claudio Buziol di Venezia, quest’ultimo proprio grazie alla preziosa collaborazione con l’AtemporaryStudio.

Da queste due esperienze è poi nata l’idea di CREAttivo, che indica un passo ulteriore nella relazione fra arte e impresa. Perché questo progetto è stato concepito come un work in progress che dal Concorso d’idee per un intervento musivo su complementi d’arredo è passato alla realizzazione di questi ultimi e alla successiva realizzazione a mosaico.

Æ — Perché il coinvolgimento della Scuola Mosaicisti del FVG?

SZ — Per due motivi. Il primo era dettato dalla volontà di portare l’arte musiva nell’ambito del design come segno di customizzazione artistica di un prodotto industriale; il secondo motivo, per rispondere all’intento progettuale di creare sinergie fra arte e impresa partendo dalla didattica d’arte, mettendo così in scena un work in progress di ampio respiro sociale. Entrambe le motivazioni mi hanno condotta alla Scuola Mosaicisti del Friuli, riconosciuta nel mondo come eccellenza della nostra regione.

Æ — Ritieni che questo progetto possa segnare un nuovo corso per il mosaico?

SZ — Il mosaico in genere e, nello specifico, la Scuola Mosaicisti del Friuli, ha già contemplato esperienze di collaborazione nell’ambito del design, ma nella maggior parte dei casi confluite nella produzione di pezzi unici o di pochi esemplari destinati al sistema dell’arte. Una delle sfide di CREAttivo – puntualizzata già nel bando del Concorso “Mosaico&Design” – era quella di proporre interventi musivi sostenibili nei processi d’industrializzazione: minimali ma visivamente e concettualmente incisivi, capaci di rispondere a tempi brevi di realizzazione. CREAttivo non ha la pretesa di segnare un nuovo corso per il mosaico, ma la speranza di poter indicare vie sostenibili per la produzione musiva in ambito aziendale e per una produzione industriale di valenza artistica. Con la finalità di promuovere e diffondere il processo di estetizzazione e culturalizzazione della vita quotidiana.

Æ — I pezzi entreranno in produzione o a catalogo in qualità di pezzi “bespoke”?

SZ — Il progetto verrà inserito nei siti delle aziende rendendo disponibile il relativo complemento d’arredo come “bespoke”. Se da questa fase ne nascerà poi una vera e propria produzione dipenderà dalle singole aziende. Facendo leva sul valore della cultura e della didattica, CREAttivo ha creato i presupposti per un nuovo orizzonte, ma gli eventuali futuri sviluppi dipenderanno dalle connessioni create. Assolutamente positive, perché sin dalla riunione della giuria del Concorso d’idee i responsabili delle aziende hanno aperto un dialogo con la Scuola Mosaicisti del Friuli, poi sfociato in una vera e propria operatività, con qualche idea per il futuro. Se i prototipi generati da CREAttivo andranno in produzione ne sarò molto felice, ma altrettanto se a partire da CREAttivo nasceranno altri progetti di collaborazione autonoma fra l’ambito musivo e quello industriale. Il compito della cultura è quello di seminare, anche a prescindere da chi sarà a raccogliere i frutti.

Æ — Nel titolo si legge #1. La seconda edizione è già pronta? Verranno coinvolte altre aziende?

SZ — Il numero 1 indica la volontà di concepire sempre i progetti in una prospettiva pluriennale, ancora nell’ottica di una “semina” a lungo termine! Questo numero 1 è una speranza. Speranza di procedere, magari con altre aziende e altri settori….
Per realizzare e promuovere un progetto, oltre alle idee e alle sinergie, sono indispensabili i finanziamenti, che in ambito culturale non sempre sono una certezza, soprattutto in questo momento.

Arte e impresa, un tema denso che può aprire a mille diramazioni e portare a diverse finalità ma che ha bisogno di un elemento fondante, l’impresa interessata a investire in creatività e ricerca. Un dato non scontato quando ci si addentra in territori ibridi lontani dal puro progetto. Un tuo pensiero.

SZ — Anche sotto questo profilo affiorano difficoltà e incertezze, soprattutto perché per investire in creatività e ricerca le aziende devono prima di tutto credere nei valori culturali. E’ questo il passaggio più complesso. Se un’azienda confida nel valore dell’arte e della cultura, allora è disposta a investire, anche perché i costi di tali investimenti sono molto più bassi di una campagna pubblicitaria!

La parola a Giovanna, da anni ormai impegnata a promuovere il dialogo arte / Impresa .
CREAttivo apre a un tema quanto mai attuale che da qualche anno coinvolge la sperimentazione artistica e le aziende, la ricerca sui materiali. L’avvicinamento dell’arte visiva verso modalità più legate all’ art and craft crea delle zone ibride di sperimentazione molto interessanti. Mi interrogo da molto come poter formalizzare il concetto di “arte abitabile” per esempio.

Æ — Mantenendo sempre ben salde le collaborazioni con le aziende, intravedi nel futuro di CREAttivo una proiezione della ricerca artistica anche verso l’opera d’arte “abitabile” oltre che verso il product design?

SZ — Certo, l’ambiente progettato ad arte – una sorta di connubio fra installazione ambientale (per usare il linguaggio del sistema dell’arte) e la progettualità creativa di interni abitabili – rientra nel mio costante intento di dar corpo all’estetizzazione della vita quotidiana e alla pervasività dell’arte. Segue lo stesso pensiero che ha portato il progetto CREAttivo alla produzione di prototipi di design con interventi musivi. Non a caso confluiti in mostra in una zona living che punta l’attenzione sul valore della progettualità creativa tesa fra studio professionale e casa da abitare. E’ il suggerimento a “sedersi sul tavolo della creatività”. Un domani potrebbero affiorare altri suggerimenti per altre stanze da pensare, progettare e vivere!

Æ — Trovo molto bello e utile aver unito in uno stesso progetto la parte di formazione, di applicazione artistica/tecnica e la collaborazione con grandi nomi del design. Immagino che l’esperienza dei giovani artisti coinvolti sia stata potente. Cosa hai notato di particolare in questo processo sul campo?

SZ — Già nella prima fase del Concorso d’idee attivato alla Scuola Mosaicisti del Friuli ho risposto a molti giovani artisti che chiedevano specifiche tecniche e ho percepito una grande attenzione alle esigenze produttive, nonché un significativo rispetto per il progetto del designer. Due aspetti che sono risultati vincenti, come si constata dai progetti premiati, connotati da sostenibilità produttiva e da interventi generati come meta-testo alla poetica del designer, ossia come ulteriore ideazione che pur connotandosi nella sua originalità, ha saputo valorizzare con la tecnica musiva l’identità di un oggetto di design senza dominarlo in modo invadente.

Altro aspetto significativo è stato quello delle riprese fotografiche e video a ridosso dei diversi momenti produttivi nelle tre aziende coinvolte e alla Scuola spilimberghese. La giovane fotografa Valentina Cunja si è misurata con due diverse dimensioni: la grande e media impresa e le aule della scuola dalla quale escono grandi maestri musivi. Anche questa esperienza è stata potente e ha generato immagini capaci di filtrare la realtà con uno sguardo acuto e creativo.

SZ — La potenza di questa esperienza per i giovani artisti è stata quella di misurarsi con il pensiero e la progettualità di grandi designer creando un dialogo produttivo. Per l’intero progetto l’aspetto significativo si è riversato in un dialogo trasversale, che ha saputo intrecciare didattica, arte e impresa confluendo in concrete produzioni e in una messa in scena espositiva.